Vieni, notte
gentile
Vieni, notte gentile,
vieni notte amorosa dalle nere ciglia,
dammi il mio Romeo,
e quando sarò morta prendilo e
taglialo in tante piccole stelle:
egli renderà così bello il volto del cielo
che tutti al mondo s' innamoreranno
della notte e non pregheranno più
il sole chiassoso.
William Shakespeare (Romeo and Juliet)
Sonetto XVIII
Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.
William Shakespeare (Sonetto
XVIII)
Sonetto CXVI
Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la
[distanza. Amore non è soggetto al Tempo, pur se
[rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del
[giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai
[amato.
William Shakespeare (Sonetto CXVI)
Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Nazim Hikmet
Amo in te
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere la tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
Nazim Hikmet
L'Albatros
Spesso, per divertirsi, i marinai
Catturano albatri, vasti uccelli dei mari
Che seguono, indolenti compagni di viaggio
La nave che scivola sugli abissi amari.
Non appena li hanno deposti sulle tavole
Questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi
Pietosamente le loro grandi ali bianche
Lasciano come remi spenzolare ai fianchi.
L'alato viaggiatore, com'è maldestro e fiacco!
Lui, poc'anzi sì bello, com'è comico e brutto!
Chi gli stuzzica il becco con la pipa,
Chi mima, zoppicando, l'infermo che volava!
Il poeta è simile al principe delle nuvole
Che solca la tempesta e ride dell'arciere;
Esule sulla terra in mezzo agli schiamazzi
Le sue ali di gigante gli impediscono di
[camminare.
Charles Baudelaire
Aspettando uno squillo dalla Fata Turchina
Sprecare la vita
lamentele infime e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque ( me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede.
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell´angolo
e sorride.
Charles Bukowski
Scrivere poesie non è difficile. Difficile è viverle.
Charles Bukowski
La prossima volta che ascolti Borodin
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che era solo un farmacista
che scriveva musica per distrarsi;
la sua casa era piena di gente:
studenti, artisti, barboni, ubriaconi,
e lui non sapeva mai dire di no.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che sua moglie usava le sue
[composizioni
per foderare la cuccia del gatto
o coprire i vasi di latte acido;
aveva l'asma e l'insonnia
e gli dava da mangiare uova alla coque
e quando lui voleva coprirsi la testa
per non sentire i rumori della casa
gli lasciava usare solo il lenzuolo;
per giunta c'era sempre qualcuno
nel suo letto
(dormivano separati quando proprio
dormivano)
e siccome tutte le sedie
erano sempre occupate
spesso lui dormiva sulle scale
avvolto in un vecchio scialle;
era lei a dirgli di tagliarsi le unghie,
di non cantare o fischiare
di non mettere troppo limone nel tè
di non schiacciarlo col cucchiaino;
Sinfonia n. 2 in si minore
Il principe Igor
Nelle steppe dell'Asia centrale
riusciva a dormire solo mettendosi
un pezzo di stoffa scura sopra gli occhi;
nel 1887 partecipò a un ballo
all'Accademia di medicina
indossando un allegro costume nazionale;
sembrava finalmente di un'insolita gaiezza
e quando cadde sul pavimento,
pensarono che volesse fare il pagliaccio.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda...
Charles Bukowski
Alexander Borodin (1833-1887)
Il Principe
Igor
Una parola
sull'estate
Siamo tornati all'autunno. L'estate
come un quaderno di cui siamo stanchi
rimane piena di cancellature
di schizzi astratti a margine, di punti di
[domanda.
siamo tornati all'epoca degli occhi che
[rimirano
nello specchio alla luce artificiale,
serrate labbra, estranei gli uomini
nelle vie nelle stanze sotto gli alberi del pepe
mentre i fari delle automobili uccidono
migliaia di maschere pallide.
Siamo tornati: partiamo sempre per tornare
al deserto, un pugno di terra nelle palme
[vuote.
Giorgos Seferis
Canzone
Che giorno siamo noi
Noi siamo tutti i giorni
Amica mia
Noi siamo tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo e noi viviamo
Noi viviamo e noi ci amiamo
E noi non sappiamo cosa è la vita
E noi non sappiamo cosa è il giorno
E noi non sappiamo cosa è l'amore.
Jacques Prévert
Questo amore
di
Jacques Prévert
Cet
amour
letta dall'autore J. Prévert
Sabbie mobili
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si è ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si è ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.
Jacques Prévert
Il mazzo di fiori
Che fai laggiù bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiù ragazza
Con quei fiori quei fiori seccati
Che fai laggiù bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiù già vecchia
Con quei fiori che muoiono
Aspetto il vincitore
Jacques
Prévert